Il primo dipinto (a sinistra) è opera di Jean-Augustine Ingres, il pittore «imperiale» che ha immortalato i momenti più importanti di Napoleone. Il personaggio viene rafigurato in un aura maestosa: il volto è iero, serio, immobile in un’immagine uficiale. Napoleone è seduto in trono in modo composto, studiato per la posa. È avvolto in un ricco mantello, come si conviene a un imperatore, di velluto rosso e di ermellino che indicano l’autorità del sovrano. È un dipinto celebrativo che intende esaltare la persona al massimo della sua potenza, perciò non mancano i simboli del potere come lo scettro, la corona, il trono, l’oro che decora il mantello e il cuscino sotto i suoi piedi. Un messaggio opposto propone la seconda immagine (sotto), un dipinto di Charles-Auguste Steuben che rafigura l’imperatore in esilio. Qui non c’è più alcuna traccia della maestosità imperiale. Napoleone sembra un uomo qualunque, triste e assorto nei suoi pensieri con lo sguardo perso nel vuoto e la mano in tasca. Quest’uomo passeggia all’interno di una stanza con un atteggiamento rassegnato; l’abbigliamento è dimesso: la camicia aperta e sgualcita, il soprabito sbottonato, nessuna eleganza, nessun segno della potenza di un tempo. È l’immagine di un uomo sconitto e in solitudine.